Volo, perdita di equilibrio, oscillazione, tensione e spiazzamento amoroso, un lavoro diricerca sul movimento e la composizione tra teatrodanza, testo, musica dal vivo ediscipline circensi. Oggi con un nuovo focus, quello della distanza, da agire esperimentare anche sulla scena per un percorso post lockdown. Tutto questo è Vertigine di Giulietta – Distance mode. Nel perimetro tracciato dalla danza della vertigine amorosa, che indaga l’anima piùvolitiva, audace e incline allo slittamento e alla perdita di equilibrio dell’iconashakespeariana, trova spazio una composizione onirica e sonora in cui corpi,movimento, luce e musica sono voci di un medesimo canto d’amore e riconoscenza,lirica di riconoscimento e perdita. Sulla scena gli attrezzi aerei, la roue cyr, il violoncello, l’uso della voce che riporta segmenti e ricomposizioni del testo di Shakespeare, pochi semplici ed emblematici oggetti di scena, emergono quali elementi concreti e plastici, che si stagliano a contrappunto di questa atmosferasospesa.
A scandire il ritmo, l’alternanza simbiotica di brani di Prokofiev e della musicaeseguita da un violoncello classico processato dal vivo da Bea Zanin, musicista inscena insieme ai cinque performer, danzatori e circensi, coinvolti nella composizionefisica e musicale. Accanto a Bea Zanin ci saranno i performer Elisa Mutto, Alexandre Duarte, Federico Ceragioli, Vladimir Ježić, Paolo Starinieri, e la partecipazione di Maria Rosa Mondiglio. La voce e il canto dei testi sono eseguiti da Marta Isabella Rizi e daBea Zanin. Il lavoro è stato presentato in residenza alla Lavanderia a Vapore di Collegno (Torino), alla Corte Ospitale di Rubiera (Reggio Emilia), al Centre Regional des Arts du Cirque deLomme in Francia, al teatro Cafè Muller di Torino, presentato anche in forma “in situ” alCastello del Valentino di Torino, alla Reggia della Venaria Reale e al Giardino delle Rosedi Moncalieri, inoltre il progetto originale è stato selezionato dal network internazionale In Situ.
La compagnia blucinQue, fondata dalla coreografa e regista Caterina Mochi Sismondi, da sempre è impegnata in un progetto di ricerca e di fusione che integra teatrodanza, musica live, circo contemporaneo, abbracciando e facendo proprie suggestioni e risorse espressive derivanti da discipline e linguaggi diversi, che spaziano dalle arti più propriamente performative alla letteratura, al cinema, all’arte visiva. In questo percorso e sulla linea di una visione artistica condivisa tra la coreografa e gli interpreti , centrali nel lavoro di creazione sono i temi dell’ “essere fuori posto”, dello spiazzamento continuo, dell’identità, del limite, del disequilibrio, del rapporto tra spazio e movimento, con un’attenzione al gesto e al segno teatrali tesa a oltrepassare i confini di genere.