ll Circo, la Danza, il Teatro, la Musica…. non sono altro che convenzioni, incasellamenti che ci permettono di classificare discipline e linguaggi, spettacoli ed artisti.
Ma cosa accade quando questi concetti puramente artificiali, quando questi costrutti irreali, vengono messi in crisi da creazioni ed autori “non classificabili” ossia che non si possono ricondurre a nessuna di queste “etichette”, e si situano in zone grigie a cavallo di 2 o più discipline o linguaggi scenici?
A livello europeo, è in queste aree transdisciplinari che avviene la maggiore evoluzione scenica, qui nascono gli spettacoli più interessanti e che spesso portano avanti e provocano l’evoluzione delle performing arts a livello mondiale. Cercando i bordi della terra e i bordi della volta celeste, si scoprì che la terra non era piatta e si cambiò (e si cambia ancora oggi) la percezione dell’universo.
Cosi, nelle arti sceniche, i Libertivore, Stefan Sing, i Joli Vyann, ma anche Silvia Gribaudi, Marco Chenevier / ALDES, ognuno di questi magnifici visionari cerca qualcosa fuori dal suo linguaggio, esplora aree sconosciute e non convenzionali ed in questo modo cambia le regole come hanno fatto in passato Phia Menard, Pina Bausch, Joan Le Guillerme, Pippo Delbono, Subliminati Corporation, ed i tanti che con più o meno successo hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di uscire dal seminato, di abbandonare il sentiero, per sperimentare qualcosa di diverso, di sconosciuto, di inesistente, così spesso creando qualcosa di assolutamente nuovo ed incasellabile.
Questo è l’oggetto del Focus a Mirabilia, focus che ormai soi svolge da vari anni, e che ha visto e vedrà avvicendarsi compagnie che hanno cambiato, chi più chi meno, la storia del teatro.