Come ti senti?
Perso, anzi dis-perso,
a pezzi.
Cerco e non trovo.
Non vedo ma desidero.
Corro, cado ma continuo.
Stanco, sogno e forse danzo.
Tu, mi vedi?
“Dis -persi” è l’inizio di un progetto di ricerca: un incontro fra corpi e pensieri differenti. Ho deciso di riunire alcuni miei allievi e con loro intraprendere una ricerca fatta di parola, movimento e ricordo. Due generazioni a confronto. Sentivo il forte bisogno di comprendere, al di là dalla nostra relazione pedagogica, quale fosse il loro reale desiderio di “muovere” corpo e pensiero. Sentivo la necessità di doverli conoscere e scoprire diversamente.
Ognuno ha cercato una sua “danza”, una sua favola e così, abbiamo iniziato a danzare e raccontarla in qualsiasi luogo, nella propria solitudine.
Siamo stati in spazi architettonici e naturali, qualche volta abbandonati altre volte no, durante diversi momenti del giorno e della notte, in situazioni all’aperto e in spazi chiusi. Abbiamo osservato, fotografato, ripreso e poi raccontato. Così, alla fine, chiusi in una piccola sala, ognuno di noi ha cercato un modo di “muovere ed essere con il corpo, al di là, di stili e tecniche”. Abbiamo forzato la nostra solitudine per scoprire, forse, la reale necessità dell’altro spesso vicino ma invisibile. Ognuno di noi ha provato a raccontare i propri desideri.
“Prima Tanz”. Un gruppo di uomini, muove “pensiero e corpo” in un’azione continua al confine fra un mondo reale ed uno onirico. I movimenti sono frammentati. I pensieri finiscono in pezzi, privi di un ordine e di un senso, tesi alla ricerca di un contatto e di una qualche possibilità comunicativa. In una società dove l’individuo è ossessionato dalla prestazione, dalla competizione, dal risultato e dall’iperattività, abbiamo cercato una nostra “prima TANZ” ovvero un linguaggio, forse simile a una favola dimenticata, al confine con una fragilità e un “non lo so”. Semplici azioni per lo spazio: camminare, correre, piegarsi, saltare, abbracciare, spingere. Corpi e azioni. I quattro uomini cercano, si fermano e pongono alcune domande ma per il resto ripetono e ripetono azioni come fossero alla ricerca di un rito dimenticato. Oggi, invasi dall’ossessione della perfezione e dalla continua richiesta di “bellezza” e di “senso”, ci siamo chiesti come poter “stare” lì, in quel presente e in quel luogo, soli, divisi, persi, frammentati, alla ricerca di altro e altri e di un piccolo, proprio desiderio e forse di una semplice “unità”.
Il progetto prevede tre fasi (tre tanz): la prima sarà “danzata” da soli uomini, mentre la seconda da donne; infine la terza, ma non necessariamente ultima, prevede un incontro e un’unione fra le prime due. Una danza sconosciuta in cui i due lavori, si potranno contaminare e incontrare in un gioco di scoperta casuale, ogni volta diversa. Ogni danza tenterà di continuare sulla propria strada, ma dovendo fare i conti con il nuovo, con l’altro, ovvero il presunto straniero, il diverso.
A.M.R. studio/ phisical teather company nasce per volontà di Alessio Maria Romano (1978), attore, coreografo teatrale e docente di movimento scenico Laban/Bartenieff presso la scuola di teatro del teatro Stabile di Torino e del teatro Piccolo di Milano che, spinto dall’esigenza di approfondire la propria ricerca pedagogica e performativa sul movimento, riunisce alcuni colleghi ed ex allievi. Ne scaturiscono uno scambio e uno studio continui, alla ricerca delle infinite leggi che regolano l’emozione del movimento umano e la sua relazione con la parola. Siamo ricercatori persi nella confusione. Osserviamo, poniamo domande, formuliamo ipotesi ma non dimostriamo tesi. Siamo attori, qualche volta danzatori, alla ricerca delle leggi, ogni volta diverse, che regolano il nostro modo di «muovere e sentire il corpo, lo spazio, il tempo, l’altro».
Dal nostro incontro, in questo presente così difficile e contraddittorio, è scaturito il desiderio di raccontare, resistere e quindi “desiderare”.
Alessio Maria Romano vince il “premio della critica 2015” (ANCT).