Babbo Natale è un santo, è un vecchio, è simile a Dio, è saggio, è un supereroe, è una pubblicità, è il simbolo assoluto del consumismo, è una delle divinità dell’Olimpo dell’Immaginario Collettivo. Ma, allo stesso tempo, è un sogno d’infanzia preconfezionato, deprimente e volgarmente sfruttato, simbolo della scomparsa dal nostro mondo della magia, del sogno, dell’infanzia, della favola e della voglia di crescere. Ma Babbo Natale, lui come si sente? Cosa pensa veramente del suo lavoro, della sua missione? Cosa fa Babbo Natale quando non è Natale? Scopritelo con l’eutanasia di questo mito sovrappeso.
Condotto con Amore e anche un po’ di Odio, questo circo dell’anomalia è responsabilità di Nicola Danesi de Luca e Iacopo Fulgi. Come un’insegna luminosa, con lampadine colorate e a intermittenza, segnala la presenza di qualcosa di inatteso, mettendo in scena la stranezza dell’anomalia, sempre con una riconoscibile eleganza poetica. Difficilmente li dimenticherete presto.