Il nuovo geniale lavoro di Chenevier, ancor più graffiante, coinvolgente e provocatorio del precedente “Quintetto”, uno spettacolo che oltre a far ridere di gusto, farà riflettere lo spettatore sui valori della propria società, e sull’irresistibile fascino del denaro.
Dunque, cosa accade quando uno spettacolo di danza, anziché come oggetto di linguaggio, viene costruito quale esperienza? Nell’assistere ad uno spettacolo di danza, quante volte avremmo voluto poter intervenire? Quante volte la noia, spesso determinata dalla perdita di senso, ci spingerebbe ad abbandonare la sala, o almeno ad esprimere il nostro dissenso? E quante volte nel vedere il movimento, avremmo voglia di danzare per “sentire” ciò che ci viene proposto? Ma l’habitus sociale ci relega sulla sedia di spettatori.
Uno spettacolo che si interroga sulla natura del dispositivo scenico attraversandolo insieme al pubblico in un’ottica diversa, incentrata non sull’interpretazione del simbolo ma su dinamiche esperienziali condivise. L’estetica strizza l’occhio al film cult Arancia meccanica. L’arancia, il latte, il bianco, il rapporto sadomasochistico dell’artista con il sistema spettacolare e con gli spettatori fanno da sottofondo allo svolgersi dell’azione.
Marco Chenevier is a choreographer, dancer, director and actor. He dances for various companies in Italy and France (Romeo Castellucci and Cindy Van Acker, Cie CFB451 (CCN of Roubaix – Carolyn Carlson), Cie Lolita Espin Anadon, Les Eclats, …) and he found in TiDA the ideal place to develop his artistic research. His choreographic research crosses genres, exploring the boundaries between the languages of dance and theatre. He is author of fifteen productions with which he participated to some of the most important international festival of performing arts.Marco Chenevier è coreografo, danzatore, regista e attore. Lavora come danzatore in diverse compagnie fra Italia e Francia (Romeo Castellucci e Cindy Van Acker, Cie CFB451 in seno al CCN di Roubaix – Carolyn Carlson, Cie Lolita Espin Anadon, Les Eclats, ecc.) e trova in TIDA il luogo ideale per sviluppare la propria ricerca artistica. Da subito interessato alla composizione coreografica, sviluppa un percorso di ricerca a cavallo tra i generi, esplorando i confini tra i linguaggi della danza e del teatro. Con TIDA Ha firmato quindici produzioni con le quali è stato invitato dai più prestigiosi festival internazionali di arti performative.