Sedetevi e ascoltate. Ascoltate le voci del lutto e del dolore, le voci dello scandalo della morte, le voci dell’ingiustizia contro l’innocente, le voci della perdita incolmabile, le voci della ricerca di consolazione. Ascoltate i suoni portati da lingue e da mondi diversi. Ascoltate i suoni che alterano il tempo, le voci che riportano nel presente, accanto al dolore di oggi, il dolore ditutti quelli che ci hanno preceduto.
Stabat Mater è il canto che parla del dolore, dell’esperienza del dolore, dell’ingiustizia, dello scandalo, della necessità di convivere con la tragedia, di sopportarla insieme, di condividerla per superarla. É stato concepito e scritto da Antonella Talamonti per i sei attori cantanti del Faber Teater usando lingue e dialetti diversi e ispirandosi, nella scrittura, sia alle pratiche compositive contemporanee che al repertorio paraliturgico di tradizione orale, tanto frequentato nel suo cammino di musicista e ricercatrice.
Faber come fabbro, artigiano, il nostro vuole essere un teatro di artigianato, una bottega d’artista dove imparare, studiare, gioire, cercare, stare. Mettiamo al centro il lavoro d’attore, il teatro di gruppo, la creazione collettiva, coltiviamo la relazione attore-spettatore e siamo alla continua e appassionante ricerca di un “nostro teatro” fatto di pensiero, azione, idee, spettacoli, scambi, qualità, impegno. Crediamo nel momento spettacolare come intenso scambio di percezioni, emozioni, energie, “storie” con gli spettatori, nei luoghi, spesso non convenzionali, che ci ospitano.