Il circo di Léa Le Grand ha un suo vocabolario fortemente personale, fatto di sudore, di fragilità, di rischi, di forza, di controllo, di sensibilità. È messo in scena a partire da un oggetto ridondante, una sfera d’equilibrio o di disequilibrio, secondo l’espressione che si preferisce.
Nel progetto di creazione La Chute, il circo genera un’epifania: rivela la sua fragilità di essere umano e di donna, e riecheggia verso gli spettatori. Il messaggio è destinato a toccare nell’intimo lo spettatore e a far sorgere in lui degli interrogativi.
Léa Legrand si evolve su una sfera di equilibrio, avanzando secondo i suoi squilibri, divisa tra la ragione e l’irrazionalità, in cammino per dare un senso alla sua vita. Scivola, inciampa, cade, si rialza. Questa acrobata è legata alla sua sfera come è legata ai suoi ricordi e combatte per “restare in piedi”.
Léa Legrand fa parte del Kolektiv Lapso Cirk, un collettivo internazionale di circo contemporaneo fondato nel 2016, di cui fanno parte anche David & Tomas, Veronica Capozzoli e Carla Carnerero.