Lo spettacolo prende spunto dalla poesia “The Road Not Taken” di Robert Frost e mette in scena la lotta interiore che avviene tra logica ed istinto nel momento in cui bisogna prendere una decisione, tra due strade e due percorsi diversi.
Una danzatrice incarna il ruolo della Logica, a cui è associato l’archetipo della Terra, e un acrobata aereo rappresenta l’Istinto, a cui è associato l’archetipo dell’Aria.
All’inizio i personaggi in scena sono divisi solo da una corda e sono lo specchio l’uno dell’altra, muovendosi all’unisono.
Gradualmente in loro avviene un’evoluzione e ognuno manifesta una propria pulsione verso un elemento: la terra da una parte, l’aria dall’altra. La corda verticale divide la scena in due, come a indicare graficamente un confine tra gli spazi, ma con il definirsi del carattere dei personaggi diventa un elemento di contesa, metafora di una lotta di potere.
Appare chiaro al pubblico, tuttavia, che questa soluzione porta all’infelicità di entrambi: la divisione e la solitudine che vivono nei loro elementi li rende vulnerabili. Per questo motivo i performers si confrontano nuovamente, cambiati e maturati rispetto alla prima volta, disillusi dall’esperienza della vita solitaria nel loro elemento, e provano ad affrontare il conflitto diversamente, a scioglierlo e a trasformarlo in gioco. Un nuovo approccio che li conduce a un compromesso in un rapporto equilibrato rispettoso della natura ognuno.
DueDá è composta da due artisti: Stevie Boyd, acrobata aereo e Giada Negroni, danzatrice e coreografa.
Stevie e Giada si sono incontrati al Teatro Alla Scala di Milano durante le prove dell’opera Cuore di Cane, scoprendo di avere in comune un rocambolesco percorso di vita: Stevie è infatti un biotecnologo, Giada, un ingegnere elettronico.
Entrambi hanno abbandonato i rispettivi campi per dedicarsi all’arte: hanno scelto la strada più difficile e, insieme alla loro passione, hanno abbracciato la precarietà e l’insicurezza. Il nome della compagnia ha origine dalla composizione della parola italiana due e dalla parola irlandese dá, che significa proprio due. Un nome che riassume efficacemente la poetica della compagnia: due arti, due generi, due culture diverse che creano insieme.
Stevie Boyd è irlandese, ha frequentato la FLIC Scuola di Circo e si è specializzato in corda. Ha preso parte ad alcune produzioni d’opera del Teatro Alla Scala, collabora con il Collettivo 320 Chili, è uno dei cofondatori del collettivo S.A.K., ha preso parte al docu-film Grazing the Sky/Al Raz del Cielo di Camara Boreal e a numerosi eventi come performer.
Giada Negroni è italiana, ha iniziato come ginnasta e si è poi dedicata alla danza contemporanea, studiando in Italia e all’estero. Ha preso parte ad alcune produzioni d’opera del Teatro Alla Scala, a una tournée al Bolshoi di Mosca, ha lavorato con la Compagnia Giardino Chiuso e il Wiebe Moyes Dance Project.