Lavoro, sforzo, tormento… fattore di produzione o fattore di sfruttamento? Attività umana divenuta di più in pi disumana. Quale rapporto intrattiene ancora il corpo con il lavoro fisico ai tempi della meccanizzazione? Questa relazione in trinomio – uomo, macchina, lavoro- è alla base della riflessione del giocoliere Roman Muller.
E se lui applicasse l’evoluzione storica del lavoro alla sua attività artistica? Divisione del processi, scomposizione dei gesti, industrializzazione, automatizzazione, cadenza, ottimizzazione, efficacia, rendimento… per fare girare il suo diablo, che necessità normalmente un considerevole sforzo fisico, potrebbe dunque appellarsi ad una macchina, trasmettere l’impulso a catena, delocalizzare alcune parti del movimento. L’apparenza stimola l’immaginazione per trovare delle soluzioni astute al fine di sollecitare il minor sforzo possibile.
Ma cosa ne diventa allora della bellezza del gesto?
Un mondo immaginario prende vita. La riflessione sociologica di partenza, piuttosto disincantata, sgancia sulla scena un fenomento al contrario , oltre il magico. Questo universo imprevisto entra in risonanza con un grande piano nero, centro melodico, poetico e ritmico di uno spazio sonoro tanto ricco quanto sofisticato di questa inenarrabile catena di produzione circense.
Sulla differenza tra lavoro e arte, dove l’assurdita concepita partecipa e contribuisce alla creazione dello charme.
Tr’espace
trespass (en.) – unbefugtes Betreten (dt) – entrée non-autorisée (fr)
Tr’espace è una compagnia Svizzera di Teatro con base a Wohlen (Aargau / Switzerland), guidata dal direttore artistico Roman Müller. Dal suo inizio nel 2002 ad oggi, Tr’espace è andato in scena in più di 25 paesi e in ogni continente con più di 1000 repliche. Tr’espace crea e produce sptacoli per palco (ArbeiT, Trilogy of Le Cercle) e partecipa ad altri progetti artistici (come : Hyrrä by momentlabor and inStallation). Roman Müller è uno di un numero ristretto di performers del Sanddorn Balance presso il Rigolo Swiss Nouveau Cirque. Roman Müller si è inoltre impegnato nel fomentare il nuovo circo in Svizzera e condivide le proprie esperienze con gli studenti dell’ESAC di Bruxelles.
Tr’espace è riuscito a reinventare il diablo in termini estetici, drammaturgici e tecnici. La compagnia supera le convenzioni e trascende i limiti apparenti, creando uno stile inimitabile che combina elegantemente e sensibilmente il gioco e il divertentimento con dettagli artisitci ricercati. Una trilogia è stata creata intorno al diablo, iniziando da Duo Tr’espace, atto che si è esteso per includere la breve pièce RencontreD [meetingD] e la performance teatrale Le Cercle [The Circle].
Questo concetto di trascendenza di generi ha aperto numerose porte. Tr’espace ha raggiunto un livello artistico che cancella I confini rigidi tra circo classico, variety show e cirque nouveau ed è stato celebrato e osannato sia dagli spettatori che dai circuiti professionali. In un certo senso, il balzo tra l’arena del circo e il palco normalmente riservato a danza e teatro è stato una progressione artistica perfettamente naturale e ha permesso a Tr’espace di sperimentare un nuova e più aperta cultura teatrale, che ora abbraccia un vasto numero di performing arts.